Wednesday, April 21, 2010

AMADOR COUNTY WINERY TASTING









Neanche mi potevo immaginare come la strada sarabbe cambiata dopo un'ora di viaggio da Davis. Amador County e' la landa del vino, dove si puo' assaggiare quello californiano direttamente offerto dalle mani del coltivatore.
Non immaginavo di ritrovarmi in un posto tanto simile alla mia Toscana, ai posti in cui sono cresciuta..Quando sono scesa nella prima vineria, non credevo ai miei occhi..Il panorama circostante non era dissimile dal paesaggio bolgherese ed io ho avuto un'emozione grande ed un pensiero intenso, cosi' intenso da volerlo respirare.
Mi sono sentita vicina alla parte di Italia piu' bella: quella in cui sono nata.
La mia Toscana, che all'improvviso sembrava essermi d'intorno come se in un'ora l'avessi raggiunta. I filari non sono differenti e quindi la collocazione fisica e' divenuta solo un'invenzione mentale. Mi immaginavo nei miei luoghi nativi e dovunque guardasse il mio occhio, potevo vedermi esattamente abbracciata dalle colline toscane.
Dopo questo primo momento di "rimembro", mi sono tuffata nel Wine tasting e li ho assaggiati tutti, senza mai avere un minimo di esitazione o di sensazione alterata, io non amo le alterazioni percettive.La voglia di sapore era cosi' forte da lasciarmi sempre sobria e pronta ai richiami sensitivi dell'uva successiva.
Ho imparato ad assaporare il gusto del vino in modo molto rispettoso..me lo ha insegnato Domenico nella sua enoteca di Casale, che non posso non portarmi ovunque , parlandone ogni volta che mi trovo innanzi ad una bottiglia di buon vino.Il Vecchio Frantoio e' sempre stato il mio rifugio, un luogo magico dove i sapori sono autentici e gli odori riportano ad antiche forme ed atmosfere, dove mi sono sentita al riparo da tutta la vita , cullata dalla poesia.Il mio rapporto col vino non e' un ronzare distratto ove perdere la coscienza, e' un viaggio assaporato a piccole dosi, dove i sensi si aprono e partecipano insieme alla ricerca del sapore e dell'odore della terra, dei frutti e dei fiori. E' grazie a questo che mi sono sentita partecipe e viva in questa giornata nei sapori delle viti californiane.
Il titolare della seconda azienda che abbiamo visitato, era divertito dal mio modo di raccontargli il suo vino e cosi' ci ha concesso di entrare in una stanza usualmente chiusa ai visitatori.
Ho scelto il mio: si chiama Red Passion, Story Winery,(fatto a Plymouth, CA).
Ne abbiamo preso un po' per noi pagandolo subito, ma potendolo ritirare solo a Dicembre prossimo, con l'invito ad andare ad assaggiarlo ogni mese, cosi' da non perderci un passo del suo riposo verso il miglioramento.
Alla fine della degustazione, prima di andarmene, il padrone della vineria mi ha chiesto un abbraccio..Anche qui, ho avuto delle forti emozioni che mi portavano alla mente un "andirivieni" di ricordi e di presente, dietro la schiena aveva una bottiglia..Me l'ha voluta regalare!
Anche stavolta non e' mancato l'affetto spontaneo ,la simpatia e la cordialita' ,che mi stanno rendendo la vita tanto speciale.
Abbiamo assaggiato anche l'olio, che ammetto essere buono, senza poter aggiungere niente di piu' a quello delle nostre zone e soprattutto costa un occhio della testa.
Una cosa che ci sarebbe stata tanto bene, ma che resta ancora un sogno, sarebbe una bella fetta di pane VERA.
Siamo riusciti a trovare qualche baguette che possono avvicinarsi ad un pane decente, ma ancora la ricerca e' in alto mare.
La giornata e' stata intensa, ma veramente piacevolissima.Terminata a casa nostra insieme ai due colleghi di Roberto che ci avevano accompagnati. Per loro ho cucinato un'ottima pasta con salsiccia e funghi..molto molto italian style..C'E' MANCATO POCO CHE MI MANGIASSERO ANCHE LA PENTOLA!


Nota: E' mio dovere ricordare che ci sono persone che hanno un rapporto drammatico, nocivo e persino letale con le sostanze alcoliche, segno che anche il vino e' una sostanza altamente tossica.
Questa mia puntualizzazione finale e' nel rispetto di persone a me molto vicine e care,che sono state devastate sia psicologicamente , sia fisicamente , sia socialmente, dall'alcol-dipendenza.

PIC-NIC DAY







Che cos'e' un pic-nic lo sappiamo tutti, ma che qua lo si celebri addirittura, potrebbe non essere noto.
Sabato scorso tutta Davis si e' svegliata presto con l'intento di raggiungere il Campus, quasi tutti in bicicletta, per il PIC-NIC DAY!
Il clima di festa ha movimentato il nostro risveglio gia' dalle prime ore della mattina, quando cioe' gli schiamazzi della gente che aveva fatto colazione a Jack Daniel's ci sono entrati dalle finestre.
La prima raccomandazione di Roberto e' stata: "fai attenzione che oggi e' pericoloso la' fuori.."
Pericoloso? Come puo' essere pericolosa la festa di un paesino cosi' tranquillo?
La risposta mi e' arrivata appena mi sono affacciata sul mondo con la mia bicicletta: ho incontrato le prime tre biciclette ubriache condotte da uomini piu' che trentenni che zigzagavano tra le macchine coi clacson impazziti.Dall'altro lato della strada , due poliziotti li hanno accolti in un fine corsa , braccandoli come bestie scappate dal circo e tenendoli con le braccia dietro alla testa. Io ho subito capito che la raccomandazione del marito sempre impauritissimo che mi possa succedere qualcosa, stavolta era piu' che fondata e logica..
Ma tralasciamo i particolari funesti, tipo la bottiglia che uno ha lanciato da un tetto e che non mi ha ne' uccisa ne' sfigurata solo perche' EVIDENTEMENTE non era il mio momento(un miracolo che la pioggia di vetri che mi ha travolta non mi abbia nemmeno lasciato un graffietto!!!), andiamo alla parte bellissima della giornata(che e' meglio)..
La parata e' inziata verso le 11 del mattino e mi sono vista sfilare davanti tutti i colori del mondo.
La mia macchina fotografica e' stata incapace di darmi le foto sperate, poiche' la confusione era tanta e non sono ancora una freelance..Le immagini ci sono, ma sono assai mediocri: del resto sono ancora al livello base e mi escono bene solo quando mi trovo in condizioni di luce ottimale, potendo rifare piu' volte uno scatto.
La parata era preparata da ogni dipartimento ed associazione che operi nel campus e c'era una bellissima positivita' in tutte le strade del paese.
Mi sono ritrovata catapultata come in uno di quei film americani con le ragazze pon pon che fanno le acrobazie , con i vari tizi mascherati o le bande musicali che sfilano ritmando le gambe di tutta la scia di osservatori ai lati delle strade.Tengo a precisare che non suonavano le marcette militarine come fanno in Italia, o le musichine della messa..No, suonavano i Green Day , i Queen e insomma, roba moderna, che diverte, che fa battere le mani a tutti, anche a quelli con i capelli verdi e fucsia a raggiera.
Finita la parata ci siamo spostati nei prati verdi del campus dove , come sempre, non poteva mancare il cibo..Si sa..gli americani non possono concepire neanche la pompa di benzina senza uno che ti vende il cibo..sappiate che vende cibo confezionato e chimico(piu' l'immancabile roba gassosa e colorata da bere) PURE LA FARMACIA.
Insomma, il prato principale ospitava i vari banchetti di cibo da tutto il mondo, spezie e odore di brace si mescolavano nell'aria facendoci girare da tutte le parti prima di scegliere cosa mangiare ..Io nel dubbio, non ho mangiato niente e sono andata in cerca di uno scatto che descrivesse il mio stato d'animo..E lo scatto si e' fatto trovare, ancora una volta lontano dal chiasso del becero fast food:





Sunday, April 11, 2010

Dancing in a Pow Wow

picture and original story about Red Wolf from PowWows.com

Tanto tempo fa ...
Un guerriero Kiowa si separò dal suo gruppo di caccia e si perse. Dopo molto tempo che cercava la sua strada inizio' a sentire mancare le sue forze ed inizio' a rinunciarci, cadde esausto a terra su una piccola collina. Ad un certo punto senti' sulla collina il suono di un canto.
Si spinse strisciando su per la collina e guardò giù in un piccolo campo dove vide Lupo Rosso in piedi a ballare di schiena , cantando una canzone dopo l'altra, con una zucca in mano.
Ipnotizzato, il guerriero dimentico' la sua disperazione e ascolto' le canzoni osservando la danza di Lupo Rosso. Lupo Rosso invito' il guerriero ad avvicinarsi e gli parlo' chiedendo di portare la canzone e la danza alla sua gente affinche' sapessero che cosi' come il suo spirito era vivo, anche quando tutto sembrava essere perduto, altrettanto lo spirito della sua gente sarebbe sopravvissuto ora e per sempre.
Lupo Rosso dette al guerriero la sua zucca ed il guerriero si avventuro' per trovare la strada che lo avrebbe riportato dalla sua gente. Dopo un po' , il guerriero imbocco' la strada giusta e finalmente riconobbe che quella era la strada di casa.Saluto' i suoi amici e racconto' loro la sua storia si butto' per terra e pianto' la zucca. E ancora oggi molti anziani Kiowa possono indicare la pianta che crebbe in quel posto.
Il Lupo Rosso è il fondatore della nostra danza. Ha donato la danza a noi e noi doniamo agli altri. La medicina si muove tra di noi in questo modo.
(... )

A volte capitano cose inspiegabili, che fanno comunque parte della nostra esitenza. Continuare a farsi domande rischia di farci complicare realta' che sono invece semplicissime, se solo le riuscissimo ad accettare per quelle che sono. Il tentativo di razionalizzare i pensieri e le emozioni che sentiamo potrebbe condurci molto lontano dalla verita'. Per esempio: se ci spogliassimo dell'arroganza della scienza che non comprende lo spirito o se ci liberassimo dei preconcetti culturali acquisiti , ci renderemmo conto che siamo tutti essenzialmente fatti della stessa "pasta" e che viviamo in un cerchio, un cerchio che ci ripropone , come uno specchio, le nostre stesse azioni, anche di vita in vita.Pertanto e' meglio essere uomini onesti, che essere onestamente uomini.Vivere cercando la felicita' nelle piccole cose che abbiamo a portata di mano, senza complicarci l'esistenza coi " se avessi", " se fossi"...Sei ed hai gia' tutto quello che ti serve.
Io ho sentito dentro di me per una vita l'anima di qualcuno che aveva vissuto in una tribu', precisamente di un Nativo Americano. Ho avuto fin da piccola una propensione per la natura e per l'energia delle cose. Crescendo ho conservato l'umilta' di sentirmi alla pari degli altri, anche quando gli altri si ponevano al di sopra di me, indossando i loro costumi di scena.Restavano uomini e donne come me, nonostante le divise che indossavano e i ruoli che ricoprivano.Erano uomini e donne come me, anzitutto.
Ho sofferto, ho dovuto anche pagare per portare avanti le mie idee che potevano apparire ribelli, ma ho sempre conservato questo spirito immutato ed immutabile che nonostante le battaglie vinte e quelle perse, non e' cambiato di una virgola da quando sono nata.
La consapevolezza e le nozioni, le ho imparate vivendo, come si impara a muoversi nel mondo che mi e' stato spesso ostile.Ma ad uno spirito che ha lottato per la sua sopravvivenza, non fa paura il dover soffrire ancora. Perche' lo spirito, il mio, e' rimasto intatto.
Non mi hanno mai potuta convertire!

Venerdi 9 Aprile sapevo che ci sarebbe stato un incontro preparatorio al Pow Wow che si sarebbe tenuto nel Campus di Davis il giorno successivo.
Avrebbero dettato le regole di comportamento e siccome io ho eterno rispetto per le celebrazioni dei Nativi Americani, ho voluto partecipare all'anteprima dove ammaestrano le pecore metropolitane che di solito assistono agli eventi degli "Indiani" come se stessero al circo.
Le raccomandazioni sono state appunto quelle di non fare foto e di portare rispetto..come si dice ai bimbi dell'asilo.Peccato solo che a sentire questi comandamenti eravamo solo una decina, mentre al Pow Wow del sabato saremo stati alcune centinaia.
Io sono andata a questo incontro , senza sapere che avrei incontrato il primo Lakota della mia vita.Infatti lo speaker era un nativo sulla sessantina. Solo per questo la mia emozione era alle stelle.Comunque quando sono arrivata al luogo dell'incontro ero sola , quindi ho trascorso la prima mezzora a presentarmi al maestro Lakota e lui ha parlato con me , insegnandomi qualcosa (che gia' conoscevo) sul significato dei colori del Cerchio sacro che contiene le quattro direzioni e i 4 spiriti, descritti dal rosso, giallo, bianco e nero.
Noi viviamo in un cerchio e la pioggia fa nascere le cose, quindi la prima cosa da fare appena svegli, oltre a celebrare il nuovo giorno, e' bere un bicchier d'acqua in modo che l'essenza vitale ci entri dentro per prima.
Questa cosa la condivido con voi, perche' la trovo molto ricca di significato.
A fine incontro abbiamo ballato in cerchio in un micro pow wow in cui abbiamo potuto condividere le nostre energie tra sconosciuti.Il maestro Lakota ha voluto che terminassimo con una stretta di mano gli uni con gli altri.Quando e' stato il suo turno, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo dati entrambe le mani, stringendoci forte.
Pow Wow del giorno successivo.
Alle nove del mattino ero gia' nel luogo stabilito.In pratica c'eravamo io ,la ragazza venuta con me, i mercanti che allestivano gli stand ed un paio di personaggi che gironzolavano nel luogo.
Uno di questi era un nativo, poco piu' alto di me , sui 60 anni passati, un tipo allegro, che andava a disturbare il lavoro dei mercanti chiedendo di scambiare il suo bastone con le loro merci..
Ci siamo conosciuti cosi': " Vedi? loro non vogliono scambiare le loro cose con le mie"
Io gli ho risposto che non e' proprio la natura dei nativi! E lui ha detto: " e' vero!la nostra natura e' lo scambio..ma non dovremmo scambiare le cose col denaro.Le cose si scambiano con altre cose!".
E siamo partiti in una breve e superficiale conoscenza.
Io ero con una ragazza conosciuta qua a Davis che lavora per una fondazione no profit e che manda il denaro a sostegno delle tribu'.
E' rimasta con me fino all'ora di pranzo e poi sono rimasta da sola a continuare ad assistere alle celebrazioni.
Il pow wow ha avuto inizio con un gruppo di bambini a torso nudo e scalzi che indossavano abiti fatti di legnetti e piume di aquile o falchi. Mi ha colpito una bambina con le treccine, piccolissima, non aveva certo piu' di tre anni, ballava con questa piuma in mano che sembrava piu' grande di lei e batteva quei piedini in terra con la schiena dritta e fiera della giovane guerriera.
Le lacrime mi sono sgorgate dagli occhi fino ai piedi.
Il conduttore della danza dei bambini col fischietto era quell'uomo incontrato il mattino presto.
A noi osservatori era solo concesso di gridare WOOOH quando la musica dei suoi legnetti e dei fischietti dei bambini si fermava.
Poi sono arrivati i tamburi...due grandi tamburi intorno ai quali stavano seduti un gruppo di anziani ed un gruppo di ragazzi piu' giovani(ma sopra i 30 anni).
Durante la presentazione del giorno prima ci era stato detto di alzarsi in piedi , di togliersi il cappello(per chi lo indossasse) in segno di solenne rispetto, al suono dei tamburi.Il motivo?
Quello era il momento solenne in cui gli spiriti venivano tra noi.
Cosi' io , vestita del mio gilet nero coi " fronzoli" di cuoio, mi sono alzata per prima a ricevere il suono del tamburo e i canti gridati come richiamo per tutte le energie dell'Universo.
Dopo di che sono andata verso i bagni ed ho incontrato quello stesso indiano conosciuto al mattino...Mi sono catapultata ad abbracciarlo e ringraziarlo per il momento che ci aveva regalato con i bambini, che era stato emozionante e bello.
Lui mi ha guardata e mi ha ringraziata a sua volta per aver sentito quell'energia.."Sono connessa" , ho detto. " Si, sei connessa di sicuro", ha risposto lui.
Lo stesso Lui che dopo un po' e' tornato a cercarmi , dicendomi che l'avevo toccato in qualche modo, che aveva pensato a me , che aveva da parlarmi.
Cosi' ci siamo messi da una parte, fuori dal pow wow. Io con il mio inglese che non funziona mai quando servirebbe non riuscivo a mettere in piedi due parole decenti, lui mi guardava negli occhi quando mi ha detto:" Ho una cosa per te".
Mi ha fatto scivolare nelle le mani un paio di orecchini di conchiglia con una piccola sfera rossa.
: " Il rosso e' il coraggio, la forza che ti protegge. Questa e' una conchiglia che si trova qui in California.Con questo ti do' il mio benvenuto tra noi".
Io ho cominciato a ringraziarlo e ho tentato di spiegargli la mia affezione per i Nativi, come qualcosa che mi appartiene , come un dono ricevuto inseme alla mia vita.
Lui annuiva, come se sapesse gia' tutto e questo mi metteva in seria ansia emotiva.
Poi mi ha invitata alle sue cerimonie del venerdi' a Sacramento.
Sono tornata a sedere sugli spalti insieme ai bianchi, mentre Lui andava a scrivere il suo nome e numero di telefono su un pezzo di carta che mi avrebbe consegnato dopo, venendomi a cercare tra le sedie dei grassoni con cocacola(spiccavo benissimo).

A meta' pomeriggio sono scesa a fare due passi intorno all'area del Pow wow...ho visto una bellissima collana fatta di tre piume intagliate nell'osso(o plastica, non riuscivo a capirlo) alternate da palline colorate, con due piccoli turchesi e una faccia di Luna.
Mi e' piaciuta molto, ma quando ho chiesto al nativo che la vendeva, quanto costasse, mi ha risposto : 150 dollari, perche' e' di osso.
Ah, beh..grazie, arrivederci.
" Complimenti, mi piace tantissimo", ho detto" ma avro' forse 20 dollari con me"..
Sono andata avanti per la mia camminatina, ma ad un certo punto questo mi ha fermata: " Perche' ti piace questa collana?", mi ha chiesto.
" Ha la Luna(ho mostrato il piccolo tatuaggio che ho sul polso) e la piuma( e ho mostrato il tatuaggio che ho sul cuore).." e lui ha proseguito "e il turchese(indicando il ciondolo NavaJo che mi ha regalato Moira per la mia laurea e che avevo al collo)"

Io ho sorriso e ho detto:" Si, c'e' tutto infatti"...Lui ha sospirato e ha detto di avere un tale rispetto per Dio che non poteva far finta di nulla.Che Dio gli aveva detto che quella collana doveva venire a me.
Io ero sbalordita, perche' me l'ha appoggiata tra le mani sorridendo...Io ho preso i miei 20 dollari e glieli ho dati "non ho altro", ho detto.
A quel punto e' rispuntato Radzo Bladzo(l'amico solito del mattino, degli orecchini, di tutto.. ) e mi ha detto: "Che bella collana!" ed e' stato il primo di una lunga serie di indiani che l'hanno notata.
Uno mi ha chiesto: " di che tribu' sei?"
Io ero sconvolta.." non ho una tribu', la collana l'ho comprata qua e per me siamo tutti una grande famiglia".
Non e' passato molto tempo da quando ho visto ricomparire Radzo Bladzo con in mano un altro regalo per me.Questa volta una torcia di salvia sacra.
" Lo sai cosa e'?", mi ha chiesto.
" Si, pensa...le facevo pure io in Italia..ma molto piu' piccole...".
Ma mentre parlavo era gia' scappato via, senza attendere risposta..A quel punto pero' ho veramente realizzato che c'era qualcosa di strano attorno a me...tutta quella attenzione, c'erano centinaia di americani e di nativi americani che guardavano quello che guardavo io, che erano venuti ad unirsi alla cerimonia come me, quindi che come me (nella maggior parte dei casi), erano amanti delle tradizioni "indiane"...e allora, perche' proprio io? Io solamente?
E' trascorsa un'altra mezzora e poi di nuovo Radzo Bladzo e il suo viso ridente che mi veniva a cercare: " Vieni con me".
Stavolta sono stata zitta e ho preso borsa e giacca e sono scesa dagli spalti.
Siamo scesi in un salone dove si e' aperta ai miei occhi la scena di un grande tavolo tondo, con soli indiani d'America che stavano cenando.
Radzo Bladzo mi ha dato il mio piatto con la porzione di cena, che io pero' ho convertito in una tazza di caffe', perche' vi giuro che ero incapace di mangiare, da tanto che l'emozione prevaleva su qualsiasi bisogno.
Mi sono seduta accanto a Lui, mi ha presentato i suoi nipoti, suo figlio e sua cognata..AVEVANO TUTTI UN MONILE CON LA STESSA CONCHIGLIA CHE STAVA SUGLI ORECCHINI CHE MI AVEVA REGALATO NELLA MATTINA....
Mi sentivo imbecille, non sapevo piu' cosa dire, era troppo quello che mi stava accadendo ed era come se sentissi all'improvviso di non dover stare li' con loro...Ma ero con Radzo Bladzo , mi aveva invitata, non e' che mi fossi intrufolata senza permesso, quindi sono rimasta fino a che tutti si sono alzati.
Sono tornata a sedere con gli spettatori, come se la giornata si sviluppasse su due piani: passato e presente, realta' e sogno...
Accanto alla mia sedia blu, c'era seduto un ragazzo nativo americano, mi ha guardata, posando lo sguardo sulla collana.
L'avevo gia' visto seduto in quella sedia prossima alla mia, ma non mi aveva minimamente considerata.
Dopo aver visto la collana , anche lui ha cominciato a parlare con me, presentandosi, parlandomi della sua famiglia, del piu' e del meno.

" Mi piacerebbe danzare con loro!", gli ho detto.
"Impossibile" mi ha risposto" questa e' un po' una gara di ballo folkloristico, ma e' anche considerata una cosa sacra, quindi non si puo' ".
" lo so", ho risposto io e mi sono rimessa a guardare le donne coi vestiti larghi e coloratissimi che volteggiavano e saltellavano e gli uomini con le colorate impalcature a raggiera, con larghe strisce di cuoio in testa, dove stavano fissate grandi piume di aquila, danzare con le movenze del bisonte o della gallina.
Era gia' molto tardi, quasi non ce la facevo piu', Roberto era gia' a casa da mezz'ora e stavo pensando di abbandonare il Pow wow, quando Radzo Bladzo e' spuntato da non so dove ed e' venuto a prendermi sugli spalti: " Sei pronta?"
io" Per cosa?"
" Per danzare con la tribu" e mi ha trascinata la' in mezzo, dove mi ha detto di guardare i movimenti di sua nipote e di fare uguale a lei.
L'ho fatto, lui diceva:" Vedi? Balli perfettamente!" e poi" Oh, il tamburo..fermati e ricevi gli spiriti....quando passi davanti al tamburo passi davanti a Dio".
Io ero ormai in totale estasi, davanti a me c'era l'uomo vestito con la pelle di lupo, con la testa ed l'arcata di denti superiore dell'animale appoggiata sul capo e la pelliccia a coprirgli le spalle.Ho sentito qualcosa esplodermi dentro, ho cercato di contenermi, poi ho cominciato a ballare libera, come se il mio corpo non esistesse piu'.Alla fine della danza , Radzo Bladzo mi ha detto:
" Pensa a come cucirai il tuo mantello..la prossima volta dovrai averne uno".
" La prossima volta?". ho chiesto io con i capelli appiccicati sulla faccia e gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa.
" Si: sei dentro ormai, no?"
fine