Wednesday, December 15, 2010

FRICCHETTONI E ZEN





Torniamo al Thanksgiving, ma da Alcatraz spostiamoci ora a San Francisco..
E cosi', dopo l'immensa , memorabile, indelebile, sacra esperienza vissuta ad Alcatraz insieme ai Nativi Americani, siamo tornati sulla terra ferma.

Il Green Tortoise e' un ostello.La parola Ostello mi fa subito pensare ad un luogo particolare, popolato di giovani, bello per l'atmosfera di condivisione, ma scomodo(di solito) perche' un po' accampato alla buona e neanche eccessivamente pulito.Diciamo che non avevo alcuna aspettativa verso un ostello oltretutto situato in una strada dove la prima cosa che ho notato era un night club. Il marciapiede era popolato di uomini ubriachi che tampinavano le ragazzotte che stavano sul marciapiede a ridacchiare davanti al night club.
Questo avveniva nella notte.Ma San Francisco, per l'idea che me ne sono fatta , e' come due realta' che si alternano sovrane, dove la piu' pericolosa viene cancellata e dimenticata con la luce del giorno, per ricomparire al calare del sole.L'ostello che ci ha ospitati per due notti e' stato qualcosa di veramente sorprendente.Ci ha accolti una lunghissima scalinata coperta di moquette rossa , che terminava in una reception con, di rimpetto, una grandissima sala da cui provenivano canti e suoni di chitarra.Proprio in questa grande sala si teneva un pranzo speciale per il Thanksgiving ,completamente offerto eccetto per gli alcolici.Il cibo era buonissimo ed in abbondanza e le persone presenti, veramente particolari.Tanti giovani in viaggio, qualcuno in cerca di un lavoro, qualcuno dello staff che non si distingueva dagli ospiti.
C'era posto per tutti, in qualunque modo si fosse, tutti insieme a mangiare e brindare, cantare e giocare, come se fosse un granissimo gruppo di amici.
La camera, cosi' come anche i bagni, erano perfettamente puliti e sistemati, tanto da sembrare un vero e proprio albergo.
Una sala Internet ed anche la sauna gratis, avendo voluto utilizzarla.
Si, e' qualcosa che si fa fatica a credere se ci aggiungiamo che il costo del pernottamento e' quello normale per un ostello!Siamo stati davvero bene e questo ci ha aiutato a digerire anche il raggiro che abbiamo subito per parcheggiare..Un raggiro che ci e' costato 60 dollari.Quindi , qualora decidiate di farvi una vacanza a San Francisco vi consigliamo di domandare nell'Ostello, prima di parcheggiare la macchina nei parcheggi adiacenti.
Magari vi fate un km a piedi, ma e' meglio che sentirsi presi in giro da un ragazzetto che vi fa pagare il doppio per il Thanksgiving e poi scoprite che in quel giorno ogni parcheggio era gratis...


Il giorno successivo al Thanksgiving era il tanto agognato(da me) Black Friday.
Agognato perche' mai vissuto. Tutti parlano di questo evento come una imperdibile occasione di fare shopping, perche' tutto viene svenduto .Si parla di sconti limitati a quel giorno che mi era stato descritto come un impazzire generale dove la gente inizia a fare la fila fuori dai negozi alle 4 del mattino..E' anche un evento che si e' reso noto perche' in questa febbre da shopping qualcuno ci si e' pure fatto del male .Ho cominciato a pressare Roberto per andare a vedere cosa succedesse, lui era scettico , gia' dallo scorso anno dice che e' meglio evitare, ma si sa come sono fatta: se mi metto nella testa di fare qualcosa , prima o poi la faccio.E cosi' eccoci in giro per le strade dello shopping.
Dire che sembrava di stare in un formicaio , forse vi da' bene l'idea di dove mi sono ritrovata..
Sono entrata e subito uscita da un grande centro commerciale, mi mancava l'aria.Tutta quella gente giunta da ogni dove( che chissa' poi se veramente avra' comprato qualcosa) mi ha subito fatto temere di essere spremuta come un barattolo di ketchup .Mi e' bastato questo per decidere di andare a camminare in posti piu' tranquilli.
Pek era ovviamente d'accordissimo.Siamo andati a perderci in un negozio di dischi usati.Abbiamo visitato anche il quartiere Castro che ti accoglie con le sue bandiere arcobaleno e con le sue stravaganze .Per una ciacciona e curiosa come me, ce ne sono davvero delle belle da vedere! E' un mondo a parte, ma solo nello stile,perche' e' bene dire che si percepisce una normale integrazione con tutto il resto e questo mi e' molto piaciuto !Noi Italiani, con la nostra omofobica macinatura culturale, non arriveremmo mai ad avere tanta armonia e rispetto se nelle nostre citta' avessimo un quartiere come quello(aggiungo anche un purtroppo).Peccato che in quel giorno fosse abbastanza deserto di persone, forse stavano tutti nel formicaio!
Intanto i nostri stomaci cominciavano a brontolare..Io e Pek abbiamo stomaci mai sazi, ultimamente( ..si, diciamo ultimamente, ma dovrei dire da un paio di anni...)Abbiamo mangiato in un Sushi Restaurant e poi ci siamo addentrati in China town.Le mie gambe erano a pezzi, da tanto che stavo iniziando a prepararmi psicologicamente per l'infermita' del giorno successivo.Cosa in parte avvenuta realmente.
Comunque, China Town e' un altro quartiere di San Francisco,ma sfido chiunque a sentirsi ancora in America.Questo e' un mondo a parte che non sembra volersi integrare.
Percepisci proprio lo stacco, senti la chiusura di un mondo che pero' e' in un altro mondo.Addirittura parlano solo cinese nella maggior parte dei casi e forse qualcuno di loro non e' mai uscito dal perimetro del quartiere.L'odore di pesce essiccato ti stende, le mosche felici svolazzano sul pesce essiccato, ed in mezzo al traffico ci sono i negozi del the'..eccoci.
Io , come una gazza ladra che vede un pezzo di plastica luccicante, ho trascinato Pek per un braccio fino ad un negozietto dall'aspetto zen che recava il cartello free tasting.In effetti era molto zen,ma vendevano the' al prezzo dell'oro. Ormai eravamo seduti..Abbiamo sorseggiato del the' molto buono e diverso dalle solite bustine(questo senza ombra di dubbio , e' proprio tutta un'altra mentalita', oltre che sapore..).Seduta accanto a noi c'era una signora non cinese che continuava a comprare once di cose, pagando senza problemi 25 dollari a bustina.No, non era droga, era the' , fidatevi.Che si fa io e Pek? Entriamo in paranoia.Non sapevamo come fare per alzarci, ringraziare ed uscire senza aver acquistato niente..Ci sembrava educato comprare qualcosa..C'era un the' che ci era stato descritto come buono per abbassare il colesterolo e soprattutto MANGIABILE dopo averlo usato 5 VOLTE. Abbiamo optato per quello, senza dubitare,che almeno non si butta via alla fine, e dopo averlo bevuto lo digerisci pure.
25 euro due once.Ale'''!!!Siamo proprio dei campioni quando ci mettiamo d'impegno.Ora abbiamo a casa questa manciata di erba, che ci aiutera' ad abbassare il colesterolo e forse abbiamo capito anche il perche'.Perche' se ne compri un kg, ti si prosciuga il conto in banca e cosi' non mangi piu'..anche questo e' zen..(forse)

Monday, November 29, 2010

Sunrise Ceremony




Qualcuno lo chiama Thanksgiving Day, qualcuno come me lo sente come il giorno della commemorazione dei Nativi Americani sterminati e sopravvissuti.
L'isola di Alcatraz fu occupata per la prima volta nel 1969 per protestare con forza contro i soprusi subiti da coloro che originariamente vivevano sul continente americano. Soprusi che non sono mai finiti, e' bene ricordarlo.
L'isola , ancora oggi, si trasforma in un simbolo di resistenza per i diritti dei Nativi Americani. Si parte nelle ultime ore della notte con gli unici due o tre battelli che conducono la', perche' la cerimonia e' riservata.
Io sono voluta andarci per festeggiare il mio Thanksgiving day nell'unico modo che ritengo dignitoso. Mi sono unita ai tantissimi "indiani" ed ai loro amici, come una loro umile sorella, portando il mio rispetto e la mia buona volonta'.
Quella non era solamente una cerimonia sacra, ma era anche un incontro di forte valenza politica.
Radio Free Alcatraz ha avuto la concessione di registrare interviste e catturare le voci che hanno riempito l'aria nella notte ed il mattino presto , a cavallo tra mercoledi'24 e giovedi' 25 Novembre.
La Terra per la quale i Nativi si battono, a loro risponde benedicendoli e ribellandosi ad un sistema che e' cominciato con l'arrivo di strani visitatori a bordo di navi e battelli nemmeno troppi anni fa.Un sistema che non ha mai prodotto niente di buono e che ha solo ammalato il questo Pianeta che ci ospita.
Le Terre che dai trattati sarebbero dovute rimanere in pace con i Nativi Americani sopravvissuti, sono ancora violentate, deturpate ed intossicate nel sottosuolo dai governi Americani .
Io ero la', a gridare BASTA!A danzare ridere e piangere...insieme a loro.
Essendo in condivisione su un sito che ci e' stato segnalato direttamente in loco, unisco a questo post la registrazione della giornata.

E' stato meraviglioso , quando alle prime luci dell'alba tutto si e' reso piu' chiaro alla vista ed ho ricevuto il dono che desideravo.
Volevo incontrare il mio amico Razzle, speravo ardentemente di trovarlo tra la folla.
Non ho potuto trattenere le mie emozioni quando Roberto ad un certo punto mi ha detto" C'E' RAZZLE!".
Io non vedevo niente, perche' la mia statura mi nasconde sempre dietro alla schiena delle persone, allora ho torturato le punte dei miei piedi pur di guadagnare qualche centimetro in altezza e cercare con gli occhi colui a cui il mio cuore e' legato stretto stretto.
Lui non era tra la folla, era in mezzo ai "Leaders" delle varie tribu' giunte ad Alcatraz da ogni parte dell'America.
Il mio nonnino simbolico era tra le persone piu' importanti , con la sua salvia sacra e la sua piuma d'aquila.Stavo male nel non poterlo raggiungere e scalpitavo dietro alla folla composta in un cerchio. Ero come una bambina che allungava le sue manine e diceva" sono qua! sono qua!".
Quanto sia riuscita a resistere non lo so, ma non e' stato molto.Sono saltata in mezzo al cerchio appena Razzle e' passato vicino a dove stavo io.
Era il mio regalo, la mia visione preferita, la mia risposta dell'Universo.
L'ho abbracciato forte , accarezzandogli il viso e restituendogli tutto l'amore e la stima che ho per lui e per la sua gente.Aveva un berrettino blu:" guarda Louder, ho un cappellino nuovo",mi ha detto. Ho risposto(estraendo il mio dalla tasca) "guarda , ce l'ho anche io!" e l'ho accostato al suo.
Abbiamo riso.
Il mio e' un berrettino rosso di lana che la nonna Jane' mi ha fatto lavorando a maglia. Conoscendolo, il suo sara' stato il risultato di uno scambio in quella fredda mattina nell'isola di Alcatraz.
Ho avuto le mie benedizioni speciali anche quel giorno, ma dato che sono speciali , le tengo nel mio cuore e nella mia memoria.Non vi dispiace vero, se calo il sipario qui.^__^
Sunrise Ceremony - November 25, 2010 at 6:00am

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Sunday, October 10, 2010

INTRODUZIONE
Kientpoos o Capitan Jack

Per piu' di mille anni I Klamath e i Modoc avevano vissuto liberi, in due zone separate di quelle terre selvagge. Poi arrivarono i bianchi e costrinsero i Modoc a trasferirsi vicino al Lago, dove gia' i Klamath viveno confinati in Riserva .Purtroppo i due gruppi non potevano vivere insieme perche', nonostante le abitudini simili, non erano in armonia tra di loro. I Modoc si sentirono presto alieni e decisero di lasciare la Riserva dei Klamath, tornando sulle sponde del Fiume Perduto sul confine tra California e Oregon.
Il capo dei Modoc era Kientpoos, che i bianchi avevano rinominato Capitano Jack.
Egli provo' a trattare coi bianchi affinche' la sua
gente potesse avere almeno una Riserva sulle sponde del fiume, ma gli fu risposto che dovevano tornare tutti nella Riserva dei Klamath, perche' quelle terre attorno al fiume (territorio casa dei Modoc), servivano a loro per far pascolare le bestie e per le coltivazioni. Kientpoos spiego' alla sua gente che fuggire dalla Riserva era stato un errore, cerco' di persuaderli a tornare indietro, nel tentativo di non provocare i coloni.
Ma la sua gente non l'ascolto', scegliendo di resistere all'oppressione da parte dei bianchi.Cosi' il 29 Novembre del 1872 la prima Cavalleggeri parti' dal Forte Klamath e fece irruzione negli accampamenti dei Modoc chiedendo a Capitano Jack di disarmare la sua gente.
Anche questo tentativo di non mettersi in pericolo fu vano.
I Modoc conoscevano molto bene il territorio delle Lava Beds e quando iniziarono gli spari, un soldato bianco fu il primo a morire, mentre altri sei rimasero feriti. I Modock ebbero la meglio in questa zona.
Ma mentre questo gruppo vinceva, altri bianchi volontari armati stavano attaccando un altro gruppo di Modoc rappresentati da un sotto capo conosciuto come Hooker Jim.
L'esito di questo attacco fu opposto e molti Modocs furono uccisi.
Hooker giuro' vendetta per la sua gente e parti' al contrattacco uccidendo 12 bianchi. Quando lo venne a sapere il Capitano Jack , si dispero' perche' sapeva che mentre loro festeggiavano queste uccisioni, l'esercito dei bianchi sarebbe arrivato di nuovo.
Il 17 Gennaio del 1873 infatti i coloni tornarono al contrattacco, ma di nuovo i territori ostili aiutarono i Nativi Modock , che non ebbero neanche una perdita, al contrario dei bianchi che morirono in almeno 37. A quel punto fu chiaro a tutti che i Modock avrebbero vinto sempre, cosi' l'esercito tento' una pace con Capitano Jack. In simbolo di pace fatta, la cugina di Kientpoos(o Jack) si sposo' con un interprete bianco.Sembro' un bel passo in avanti.I bianchi promisero ai Modock che avrebbero avuto la loro propria Riserva. Il Capitano Jack prese le distanze dal sotto capo Hooker e da coloro che si erano resi responsabili dell'uccisione dei 12 bianchi.
Questo gli costo' carissimo.Hooker e i suoi uomini e iniziarono a prendere in giro Jack, vociferando che la sua era una finta trattativa di pace.
Fecero arrivare all'orecchio dei coloni la voce che Capitano Jack stava tramando alle loro spalle, li stava solo illudendo di essere in pace e che ben presto qualcuno
di importante dell'esercito sarebbe stato ucciso.

Durante una riunione di pace, furono uccisi davvero un Reverendo ed un Generale. Jack non c'entrava niente, ma per il pettegolezzo messo in giro dalla gente di Hooker, egli fu accusato di duplice omicidio. Il 15 Aprile 1873 l'esercito torno' a sparare, facendo indietreggiare i Modoc lontani dall'acqua e questa volta furono bombardati durante la notte.La situazione per i Modoc si fece seria, ma provarono a resistere rifugiandosi nelle grotte di lava che sono sparse su quel territorio.Putroppo, dopo aver resistito per 5 mesi , furono catturati e fatti prigionieri in piccoli gruppi...Non ebbero mai la Riserva promessa, Capitano Jack ebbe una sentenza di morte per impiccagione insieme ad altri.
Un' intera identita' di persone fu perduta la', cancellata dai coloni che potettero finalmente far pascolare le loro mucche.
(*informazioni storiche e date sono attinte dalla fonte:" Captain Jack's Historic Trail"published for Lava Beds National Monuments,by Lava Beds Natural History Association)
PRIMO ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO
Il 5 Settembre ricorreva il nostro primo anniversario di matrimonio.Da tempo ero curiosa di visitare le zone attorno al Monte Shasta, seguendo i consigli di molte persone incontrate che sanno della mia passione per la storia e la cultura dei Nativi Americani. Sapevo anche che i paesaggi sembrano dipinti e che la lunga strada da percorrere da Davis a Shasta ed oltre(verso le Lava Beds) e' qualcosa di sensazionale alla vista. E cosi' abbiamo deciso di regalarci un week-end dedicato alla natura ed al viaggio con macchina fotografica.


IL LAGO SHASTA
Come prima tappa, dopo diverse ore di viaggio, siamo andati a visitare le grotte scavate nel monte sopra il lago Shasta, che e' un lago artificiale ed ha la forma di una mano. Il battello ci ha portati da una sponda all'altra del lago rinfrescandoci un po'.
Arrivati a destinazione, un pullman ci ha guidati fino alle grotte.Quando siamo stati abbastanza in alto, abbiamo rivolto lo sguardo verso il basso e quel lago era uno specchio celeste che interrompeva con dolcezza la vegetazione circostante. Qualcuno lo attraversava con piccoli motoscafi, lasciando scie bianche che sembravano ferite nella mano blu. Siamo entrati a visitare le grotte naturali , scoperte un secolo fa. Dentro lo spettacolo delle stallattiti e stallagmiti che creano stanze di bellissimi cristalli.
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SHASTA town AI PIEDI DELLA MONTAGNA.
Dopo un panino consumato nei pressi del Lago, siamo ripartiti in direzione Weed. Prima di giungere al luogo del Motel che avevamo prenotato, volevamo sostare qualche ora a Shasta, nel paese da me conosciuto per la comunita' di figli dei fiori. In effetti e' un piccolissimo centro dove tutto sembra amichevole, pulito e colorato in modo vivace. La vera fama di Shasta paese e' l'acqua. Ci scorre un'acqua purissima che arriva direttamente dal monte che domina tutta l'area circostante. Eravamo ai piedi di quella che e' considerata una montagna spirituale. Abbiamo consumato una merenda/cena in un pub caratteristico ed economico mangiando piccantissime ali di pollo e patatine fritte, che pero' non sapevano di fast food. Nel centro del piccolo borgo c'e' una fontana pubblica dove e' possibile godere gratuitamente di quest'acqua che davvero e' qualcosa di unico.Fresca, pulita, insapore. L'acqua di Davis e' imbevibile , piena di calcare e dal sapore di cloro.Non so con quale coraggio nei ristoranti ti servono quella del rubinetto! E' un disastro sia per lavarsi i capelli che per lavare i panni, figuriamoci berla! Avevo le mani sotto la fontana sgorgante dell'acqua prodotta dal Monte Shasta, era come se la mia sete si fosse accesa tutta insieme, bevevo come se non lo facessi da una vita, dissetandomi e bagnandomi la faccia e forse anche la maglietta.Non mi importava.Ero andata la', mentre Roberto comprava qualcosa da mangiare per la sera, con una bottiglia in mano; l'avevo riempita fino all'orlo e richiusa.Poi mi sono rituffata a bocca aperta sotto quello zampillo di acqua fesca.


MOTEL 6
Sempre per ribadire che per poter girare bisogna sapersi accontentare ed imparare a risparmiare, abbiamo deciso di alloggiare in un Motel.
Uno dei piu' decenti che si possano trovare lungo le strade della California.Del resto avremmo solo dovuto dormirci due notti, trascorrendo le intere giornate fuori. Non avevamo certo bisogno della suite reale!
Appena entrati nella stanza, con la porta che si apriva con una scheda magnetica, abbiamo realizzato che l'igiene non era il punto di forza.
Prima di noi doveva esserci stata un'intera famiglia col pedigree, dati i peli di cane sparsi dappertutto, compresa la coperta.
Il pavimento del bagno scricchiolava sotto le scarpe perche' pieno di rena e probabilmente il water era stato disinfettato alla buona.Non amo discutere con la gente che lavora, ma in questo caso ogni limite della mia sopportazione umana era stato superato.Ciliegina sulla torta? Il libro sul comodino: la Bibbia.Proprio il mio preferito, direi..Io e Roberto siamo scesi nella notte a reclamare il nostro diritto almeno all'igiene, perche' non avremmo mai potuto dormire in quel letto peloso.
E cosi' siamo scesi con la coperta in mano, mostrando il minimo di quello che ci poteva immediatamente essere cambiato, pretendendo una pulizia globale e approfondita al mattino seguente.
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VERSO IL PARCO DEI LAVA BEDS

" State attenti ai serpenti, si nascondono bene e saltano fuori all'improvviso". Questa la raccomandazione che la signora del mini fast food ci ha fatto prima di indicarci la strada per il deserto di lava. Questo mini fast food si trova in un paesino dove sembra non esserci vita, un po' inquietante a dire il vero.Sembra che l'unica presenza del posto sia la signora obesa del fast food, che grida e ride come una faina. Le persone entrano ed ordinano le schifezze americane da portare via e poi scompaiono di nuovo nel nulla. Avrete ormai capito che un hamburger e un cestino di patatine fritte con salse, li trovi anche nel paese fantasma!


LAVA BEDS (LETTI DI LAVA)

Immaginate una strada dritta e lunga dove solo i suoni della natura ti accompagnano e il rumore dell'automobile e' uno sporadico disturbo ambientale.Una strada che si tuffa nel giallo di campi seccati al sole, interrotti da qualche arbusto verde, o da mazzi di salvia selvatica.
Una strada che all'improvviso si trova costeggiata da rupi per poi perdersi nel nero silenzioso di un deserto di lava.
La lava, che ha costruito un paesaggio selvatico e protettivo, quella stessa lava che da almeno 900 anni ricorpre una fetta di terra al confine tra California e Oregon e che e' stata un riparo valido per i nativi che furono attaccati dai coloni europei.


La lava ha scavato anche grotte dove ora vivono colonie di pipistrelli.
Il parco mette a disposizione delle Guide che accompagnano gruppi di persone all'interno di queste cave ed in percorsi piu' o meno difficoltosi.
Noi abbiamo scelto una delle grotte piu' facili da visitare , perche' specialmente io non sono la persona piu' atletica che possiate incontrare.Anzi, mi paralizzo facilmente se sento che un sasso sotto di me e' poco stabile.La grotta di lava era una discesa nell'oscurita'.I nostri occhi potevano solo essere supportati dalla luce delle torce prese all'ufficio dei turisti. Abbiamo visto i pipistrelli svolazzare sulle pareti e poi andarsi a nascondere non appena ci avvicinavamo alla zona buia in cui loro stavano facendosi gli affari propri.


Il mio momento piu' atteso era andare nel territorio dei Modoc, dove cioe' i Modoc hanno resistito per 5 mesi alle barbarie dei coloni europei. Un vero e proprio genocidio che ha cancellato una comunita' di persone, che prima di morire hanno avuto la forza, l'astuzia e il coraggio di affrontare i propri nemici.
Sconfitti poi non solo dall'aggressivita' dell'esercito bianco, ma anche per tradimento di persone ritenute amiche .
Una storia triste che il vento racconta ancora.
Ed e' davvero cosi'.Il sentiero di Capitan Jack e' fuori dal Parco. Se vuoi vederlo devi trovarlo.
Un alternanza di giallo e nero, vegetazione e lava, pianura e roccia che raccontano una storia antica eppure ancora molto viva.
Il sentiero e' percorribile a piedi, esistono un sentiero piu' lungo ed uno piu' corto.
Quando siamo arrivati noi, eravamo gli unici.Abbiamo intrapreso il percorso piu' breve, mentre il sole gia' iniziava a tramontare.Mi e' parso di avvertire una presenza ci stava seguendo. Era uno spirito amico, che non mi faceva paura, anzi l'avrei voluto abbracciare con le braccia.
Ogni roccia che incontri puo' essere spugna di un sangue caduto per mano di bianco, , non esiste un rumore laggiu', ma seti siedi in religioso silenzio, puoi sentire le grida dei guerrieri che difendono la loro tribu' e che combattono nascosti nelle insenature fatte di roccia lavica. Gli spiriti che ancora vivono la', forse non troveranno mai pace. Mi hanno accompagnata,camminandomi alle spalle.
Mi sono risvegliata in quella parte di me che non appartiene a questa mia vita. Non ho proferito parola.Ho solo respirato quell'aria, quanto piu' fosse possibile per i miei polmoni.Per portarne un po' con me per sempre. Anche Roberto mi pareva perso nei colori di un cielo che prendeva la tinta della pianura ingiallita, ma mai allentando l'attenzione a me e ad ogni mio passo, ricordandomi di stare attenta a dove mettessi i piedi,perche' potevano saltare fuori i serpenti!!!





Siamo poi arrivati all'ultima tappa del nostro meraviglioso viaggio nella terra dei Modoc.
La montagna con le iscrizioni...Un fianco di una montagna ormai abitata solamente da falchi ed aquile, dove i Nativi hanno descritto con i loro simboli: l'alternanza delle stagioni, gli accampamenti, il fiume, le piante, le cose religiose e chissa' quanto altro.
E' una montagna ormai recintata da filo spinato, grazie all'educazione di qualche gentile personaggio che e' andato ad inciderci i cuori con le iniziali o qualche stupido stupido graffito.
Imbarazzante e vergognoso, triste e volgare.
Perche' mi devo sempre vergognare di queste abitudini cretine dell'uomo?
Comuqnue si possono ammirare i graffiti originali delle tribu' che vi hanno abitato e vi mostro quelli, i cuori e le iniziali di qualche stupido non li ho fotografati!


Monday, August 30, 2010

HUNGTINGTON LAKE





"Amico mio,
torneranno.

su tutta la Terra,
stanno tornando.

Antichi insegnamenti della Terra,
antichi canti della Terra,

stanno tornando.
"
Cavallo Pazzo

HUNTINGTON LAKE

Anna ci ha invitati a trascorrere un fine settimana nella sua "cabin" in montagna. Il viaggio per raggiungere quel lato della Sierra Nevada, tra lo Yosemite e il Giant Sequoia National Park, e' davvero lungo. Sono 5 o 6 ore di macchina, ma ne vale veramente la pena.

Non ho mai amato la carne secca, non ho mai amato mangiare la carne in generale.
Ma un giorno ho letto una frase sul furgone bianco di un Miwok che conosco e diceva qualcosa tipo: Se Dio non avesse voluto che mangiassimo la carne , non ci avrebbe dato gli animali.
Mangiare un animale nello stile dei Nativi Americani e' molto rispettoso. Loro non uccidevano mai un animale per divertimento e mai senza chiedergli perdono.
"Perdonami fratello, ti abbiamo cresciuto con amore, ma ora dobbiamo ucciderti per sfamare la nostra gente. Grazie fratello, perche' con la tua vita dai la vita alla nostra tribu'"
Avevano cura degli animali come fossero al loro pari, come fratelli , anche dopo la loro morte.
Erano spiriti sacri che davano la vita e la pelliccia e spesso monili di una potenza incredibile, come i corni di Bisonte o di Alce, che solo gli Uomini di Medicina potevano toccare.
La carne veniva consumata subito in parte ed in parte messa a seccare in modo da avere da mangiare anche durante i lunghi spostamenti invernali, quando la natura dorme sotto la coperta bianca della neve.

Abbiamo fatto molte soste lungo la strada ed ho accettato di mangiare carne secca.Purtroppo di quella scadente, venduta in stick insaporiti con salse varie o al peperoncino e venduta nei market alle pompe di benzina. Niente a che vedere con la carne secca dei Nativi, ma ho preferito quella agli hamburger colanti grasso e salse colorate.
Il primo morso l'ho dato con il solito mio disgusto per tutto cio' che non e' come natura crea, del resto chissa' cosa c'era dentro..Ma non e' come nei nostri Autogrill, dove trovi anche la piadina con la rucola: in questi negozietti lungo la strada, forse e' lo stick di carne secca la cosa meno dannosa e grassa. Forse!

Siamo partiti che era ancora giorno e siamo arrivati alla baita che il sole era gia' calato.
Per strada ho letto alcune pagine del libro che mi ha tenuto compagnia per tutto questo weekend, un libro che parla della vita di Lame Deer Fire,che mi ha spedito una mia carissima amica per il mio compleanno.
Questo grande uomo di medicina, tra le tante cose, ha detto che per essere dei grandi uomini bisogna essere umili come vermi e saper volare come aquile.
Questo e' quello che io sto facendo della mia vita. Questo e' quello che un giorno insegnero' a mio figlio.

La baita era una grandissima casa, me l'aspettavo grande la meta' di quel che mi sono trovata innanzi.
L'interno sembrava un museo ed in parte lo era, poiche' nel corso degli anni, ogni discendente di chi compro' quella casa, ci ha messo qualcosa che e' rimasto immobile nel tempo.
Non mancavano gli angoli dedicati ai Nativi Americani, che proprio nel lago sottostante al bosco in cui si nasconde l'edificio di legno, andavano a trascorrere le estati quando ancora vivevano in tribu' nomadi.
Giacciono nel lago ancora oggi, le frecce lasciate dalla caccia di molti anni fa.
Le hanno intagliate uomini che sono stati spazzati via da altri uomini.
Nel centro del piccolo paesino di montagna regna un Saloon vecchio stile, su cui aspettavo di trovare ancora la scritta :" VIETATO L'INGRESSO AI CANI E AGLI INDIANI",proprio come hanno scritto i bianchi fino pochi decenni fa.
Almeno questa brutta insegna non c'era, ma non c'era nemmeno un posto titolato a chi ha vissuto in quei luoghi prima di tutti.
Non il nome del lago, non il nome del bosco, non il nome di niente di niente ricordava la tribu'.
C'e' una Riserva poco lontano da li', con un grande Casino' pieno di macchine lussuose e gente che entra ed esce a spendere denaro.Le case che si vedono dalla strada, cioe' quelle degli Indiani, sono ville da migliaia e migliaia di dollari.
Qualcuno pensa che se la passino bene, che siano dei privilegiati...Per me e' solo una triste storia, innanzi alla quale posso giusto aprire la bocca, senza riuscire a dire nulla.
Sbigottimento e male, molto male interiore..le loro tradizioni..loro.
Spazzati via come cenere di legno arso. Reclusi dentro ai soldi di carta che non sanno utilizzare. Reclusi.Se in una villa o in una bettola che cosa cambia?
Reclusi e illusi che i soldi bastino a compensare le loro perdite umane e spirituali.
Si sono arresi alla fine, alla fine hanno deciso di vivere alla maniera dei bianchi.

Il mio cuore e' un cuore che non appartiene al mondo bianco.Il mio cuore e' un cuore Indiano.
Io vivo e sento e lotto ancora per cio' che non dovrebbe appartenere a nessuno.
Nessuno dovrebbe poter dire che quell'albero e' suo, o che quel sasso gli appartiene, ma viviamo sempre più spaventati dietro ai nostri "E' MIO!".
Il giorno dopo l'arrivo sono andata a caccia di frecce.Non ne ho trovata neanche una, ma intorno al luogo da me percepito come sacro, ho trovato qualche scheggia di Ossidiana, che era proprio la pietra con cui in altre zone costruivano le punte delle frecce.
L'Ossidiana non e' solo una pietra tagliente, ma anche molto molto potente a livello energetico.Per questo era un'ottima scelta come materiale utensile. Non e' pero' una pietra reperibile a livello naturale in queste zone, quindi e' presumibile che le tribu' locali la recuperassero da qualche scambio commerciale.

Il luogo sacro per me era la zona del lago in cui si dice che la tribu' si fermasse ogni anno.C'e' una grossa pietra dove sono scavate come tante scodelle; buchi nei quali forse mettevano i semi o cucinavano.
Proprio non lontano da quell'angolo nel bosco ho trovato questi frammenti di Ossidiana.Potrebbero essere punte di frecce sbriciolate , oppure scarti di lavorazione.

Scendendo di poco si raggiunge la riva del lago, dove affondando le mani nella calda sabbia , ho sentito il battito ormai flebile del cuore di Madre Terra.




CAVALLI


L'ultimo giorno abbiamo deciso di ripercorrere quel sentiero , cominciando dai boschi piu' in alto, ma in un modo del tutto orginale, nel senso di "ORIGINI" per quel che concerneva me.
Abbiamo noleggiato dei cavalli per due ore e con l'aiuto di un ranger, abbiamo traversato la montagna riscendendo a valle.
I viottoli scoscesi e i corsi d'acqua, i piccoli burroni con un passaggio tanto stretto da farmi tremare e poi le vallate che si aprivano come raggi di sole carezzevole.
Uno scoiattolo fermo su una roccia ed un picchio con le penne blu, un fiore con lo stelo spesso, capace di spuntare dalla neve anche in inverno ed un altro rosso, chiamato INDIAN PAINTBRUSH (pennello di Indiano)..chissa' se quel colore Rosso vuol indicare il colore sacro del Sud nella ruota di Medicina, o il sangue seminato dalle pallottole degli sterminatori..
In ogni caso tutto sembrava vivere in armonia con la pace del silenzio.

Solo gli zoccoli dei nostri cavalli che attraversavano i corsi d'acqua potevano far volare via qualche uccello, poiche' tutto era perfetto ed indisturbato.

Forse sono stata distante mentalmente dagli altri che vivevano la mia stessa esperienza, ma ero rapita.Rapita da quella forza antica che ogni tanto mi fa allargare le braccia al cielo, con gli occhi chiusi e mi fa sentire ancora come un bambino sulla vetta di un monte sacro, in attesa della sua Visione.
Quel Bambino sono stata probabilmente io, poiche' il suo spirito non cessa di esistere.
E' piu' forte del tempo e sa sempre dove condurmi........................
All my relations...........
.

LA BAITA E IL GRUPPO, UN ALTRO PUNTO DI VISTA.

Ed ora passiamo alla cronaca spicciola della nostra mini vacanza ad Hungtington.
Appena arrivati e sistemati nei nostri posti letto, abbiamo iniziato a mangiare.
Mangiare e bere e' stata la cornice di ogni momento.
In pratica , sembravamo mucche ruminanti e Pek non ha ovviamente perso l'occasione di farsi servire qualsiasi prelibatezza nel Saloon(ad esempio il CAVIALE DEL COWBOY, che e' tutto un dire).
Poi dovremmo citare l'aneddoto della cappa che prende fuoco.
Tutti rilassati davanti al grande camino, sentiamo uno strillìo di allarme.
Non subito ci siamo mossi per capire cosa stesse accadendo alla bella baita che ci ospitava.
Eravamo lì, appollaiati come in un nido, con dei bei bicchieri di vino rosso e qualcuno (me ad esempio) con il libro in mano.
Quando finalmente è scattato "l'allarme dell'allarme" antincendio , la scena si è completamente stravolta passando dal sollazzo al panico.
La mamma di Anna è corsa fuori a spengere con la canna fumaria che emetteva lingue di fuoco , usando la "sistola" come fosse un pompiere.Intanto dentro c'eravamo noi: chi tirava l'acqua sulla legna, chi batteva sul tubo della ciminiera per far cadere giu' i pezzi bruciati e chi(IO) restava lì a guardare perchè non aveva idea di cosa doveva fare.Dopo questo spettacolare evento, ci siamo detti di andare al Saloon per concludere in bellezza la giornata, ma abbiamo reagito alla troppa fatica regalandoci una bella pennichella( bella russata da parte del solito Pek).
Al risveglio è sembrato a tutti necessario mantenere il programma e siamo scesi al Saloon a rinfrescarci un po', ovviamente senza freni come al solito.La sete (specie dei piu' coraggiosi temerari) era insaziabile.Il tutto condito da un bel doppio di patatine con salse e Jalapeno fritti, ripieni di formaggio ed accompagnati da salsa ranch e una marmellatina di amarena.
A quel punto eravamo pronti per andare ad accendere un nuovo fuoco, stavolta fuori, dove abbiamo messo a grigliare pezzi di carne e verdure.
Ad ogni colazione ci siamo trattati alla francese-americana, con pancake e frittatine ed un sacchettone di pistacchi se n'è andato via nel giro di un paio di giorni.
Il tutto senza risentirne a livello intestinale da parte degli assidui pescatori di pistacchi, che se ne servivano manciate ad ogni antipasto.E concludendo dovrei dire che mentre io ero intenta a lavare i piatti, Pek da dietro mi picchiava nelle gambe con uno strofinaccio.

*
HO INSERITO A POSTERIORI QUESTA NOTA, PERCHE' PEK CI TENEVA TANTO.^__^


Saturday, August 7, 2010

VACANZE TOSCANE


TORNARE...
In luglio sono tornata a casa per una vacanza.Mi domandavo quante persone si ricordassero ancora di me, poiche' nonostante i vari networks capaci di mantenere vivi i rapporti, i contatti da mesi andavano diminuendo. Da lontano anche il ricevere una piccola mail ogni tanto mi è d'aiuto nei momenti difficili.
Del resto, specialmente nei primi mesi, mi sentivo come un pesce fuor d'acqua che nel frattempo ha paura del mare, perche' se da una parte avevo trovato il coraggio di fare una scelta drastica, dall'altro mi spaventava la serie di prove da superare in un pianeta totalmente differente dal mio.
So di avere un piede in una vita lontana solo fisicamente e l'altro piede posato in una realtà ancora pressoché anonima. Non è facile da sopportare a livello psicologico, ma mi sento spronata ogni giorno a tirare fuori energie fino ad ora inutilizzate, come lo spirito di adattamento e l' istinto di sopravvivenza.
Mi sento ancora come un libro bianco su cui devo riscrivere il mio "IO" , ma ho anche l'occasione per migliorarmi, magari modificando alcuni miei atteggiamenti sulla base delle esperienze precedenti.
Sapevo che nella vacanza Toscana avrei dovuto reindossare i miei abiti sociali portati per una vita, ricalzando l'identita' costruita in 32 anni; l'idea di essere riconosciuta mi rendeva felice, ma la consapevolezza dell'essere inevitabilmente cambiata mi intimidiva. La paura era proprio quella di non essere riconosciuta.
Affrontare la Regione lasciata 7 mesi prima mi incuteva eccitamento e timore allo stesso tempo.
Avrei potuto trovare folle intere ad attendermi o il vuoto, perchè quando uno se ne va lascia comunque sempre un vuoto e non si sa mai , per chi resta, se rimanga piu' impresso l'eco dell'ultimo saluto o la pienezza dei momenti vissuti insieme.
Riabbracciare per primi in aeroporto Babbo, Mamma, Zia e quattro miei carissimi amici e' stato come un momento di ossigeno dopo una lunga apnea.
Una volta arrivata a casa, ho riacceso il mio cellulare col numero italiano ed in men che non si dica ha ripreso a squillare.
Amici e parenti stavano in attesa di sapere se fossi arrivata a destinazione.
Ho subito capito che la prova era stata superata anche stavolta.Le persone che desideravano vedermi si stavano gia' organizzando per incontrarmi, erano tantissime al punto che ho dovuto usare un piccolo calendario dove appuntarmi gli impegni presi tra "mattina" ,"pomeriggio"e "sera".Nel giro di due giornate avevo gia' occupato i 29 giorni a mia disposizione.
Contro ogni aspettiva di rilassamento, mi sono ritrovata in un vortice divertente di abbracci, baci, risate, impegni a non finire, sempre circondata da persone piacevoli.
Alle vecchie conoscenze se ne sono aggiunte di nuove, allargando così la già numerosa schiera di amici.
Nonostante gli sforzi fatti, non sono riuscita ad accontentare le esigenze di tutti , perchè il tempo a mia disposizione aveva comunque una scadenza e tutto questo mare di visite nella casa dei miei genitori o nei luoghi d'incontro, era in crescendo.
Tante volte ho pensato che nella mia vita in Italia non mi ero resa conto di avere così tante persone intorno, forse perchè erano spalmate nel tempo e nello spazio, mentre in questa vacanza si sono concentrate in soli 29 giorni.Se saltava un appuntamento con una persona mi era impossibile rifissarlo, perchè subito si inseriva qualcun altro.In questo modo forse sarò risultata antipatica a qualcuno, ma non sono riuscita a gestire le situazioni meglio di come ho fatto.
Il fuso orario mi ha attanagliata nel letto per la prima settimana, svegliandomi come un grillo durante la notte, il senso di confusione iniziale mi impediva di esprimere al massimo le mie emozioni, tanto da rendermi nervosa ed irascibile.
Forse la prossima volta cercherò di prenderla con meno ansia di vedere tutti, dedicandomi anche qualche giornata di alienamento sulla spiaggia.
La spiaggia e il mare non li ho gustati , ad eccezione di una meravigliosa cena al tramonto con una coppia di amici che amo e che sono di una dolcezza infinita.
Nelle mie valigie avevo piccoli pensierini presi in qualche mercatino o negozio di souvenir, da consegnare agli amici, ma riguardandoli mi sembravano solo imbarazzanti e stupidi.
Dico "imbarazzanti" perchè mi ritengo incapace di fare regali materiali e a posteriori guardavo quella montagna di piccoli oggetti , chiedendomi se realmente fossero apprezzabili.
Sono una che preferisce lasciare abbracci e baci e il senso della pelle , come ricordo..Ma prima di partire avevo provato l'imbarazzo contrario, come se il non portare niente fosse maleducato.
Altra preoccupazione(stavolta seria) era l'impatto con la vita reale dei miei genitori:
non abbiamo mai vissuto troppo lontani e drasticamente ci siamo separati nel giro di un paio di mesi a causa di una mia scelta personale. Per fortuna i ritmi e le abitudini familiari sono riprese naturalmente ; segno del fatto che l'equilibrio che sembra e' invece reale.
Ho testato che non c'e' alcun dramma familiare e ora so che se la sanno cavare bene anche se io sto dall'altra parte del mondo, questo mi ha alleggerita.
Non e' stato indolore salutarci di nuovo.Di questo ne sono comunque sicura.

Ringrazio tutti coloro che ho incontrato , coloro che hanno fatto km e km per vedermi, coloro che avrebbero voluto incontrarmi e mi scuso con tutti coloro che non sono riuscita a vedere per mancanza di tempo.

IL VIAGGIO DI RITORNO
In quel Giovedi' le condizioni meteo erano pessime, il cielo plumbeo ci ha sovrastati senza esplodere da Cecina a Pisa.
Appena mi ero svegliata avevo sentito che qualcosa sarebbe andato storto..Le mie solite sensazioni da sensitiva a cui non voglio mai credere.
Appena parcheggiata la macchina nel piazzale antestante l'aeroporto, e' scoppiato un diluvio universale.
L'aeroporto era in Tilt, i voli venivano cancellati l'uno dopo l'altro ed io stavo aspettando la ragazza con cui avrei volato fino a San Franscisco, con un'ansia crescente e devastante.
Lei era ancora in macchina con il suo bambino, incapaci di uscire a causa dei violenti scrosci d'acqua.
Io ero completamente "zuppa" ed avevo camminato dalla macchina al bagno dell'aeroporto (dove mi sono lavata i piedi e rimessa le scarpe) con le scarpe in mano e i l'orlo dei calzoni tirato su. Ad un certo punto hanno iniziato ad annunciare i ritardi per i fortunati aerei destinati comunque al decollo.
Il nostro aveva un iniziale ritardo di un'ora che poi sarebbero diventate tre.
Non ho capito bene perche' ci hanno illuse di partire aprendo il ceck-in , per poi farci stare stipate come bestie nella sala d'aspetto del gate.
Sarebbe stato di gran lunga piu' umano lasciarci coi nostri cari dall'altra parte.Attendere per attendere, tanto valeva lasciarci a nostro agio!
In una piccola area eravamo tantissime persone, lo spazio per unita' era quello del proprio sedere appoggiato in terra.
Quando finalmente siamo riusciti a salire sull'aereo per NY avevamo gia' capito di aver perso la coincidenza.
Infatti così è andata.All'aeroporto di NY ci hanno assegnato un altro volo ed una camera d'albergo, ma abbiamo dovuto ritirare tutti i bagagli e farsi un pezzo a piedi ed un altro in navetta, per raggiungere l'Hotel.
Io e Francesca eravamo cariche come somari, il bambino era stanco , ma continuava ad avere le energie che a noi adulte stavano venendo meno.
La doccia e le 5 ore di sonno di cui abbiamo potuto godere una volta giunte al JFK Hotel, sono state rigeneranti e necessarie.
All'alba successiva eravamo di nuovo in viaggio coi bagagli e le braccia doloranti.
Quando mi sono di nuovo potuta sedere sull'aereo che mi avrebbe portata dritta nelle braccia di Roberto , mi sono dimenticata di tutta l'odissea appena trascorsa.
Riabbracciarlo nel giorno del suo compleanno e' stato semplicemente divino.

Tuesday, June 1, 2010

ANGELI E DEMONI PER IL WEEKEND DEL MEMORIAL DAY







Il giorno della Memoria in America e' un giorno commemorativo di tutti i militari americani caduti.
Cose che non mi interessano se non per il fatto che io e Roberto potevamo finalmente stare insieme durante tutto un lungo weekend.
ANGELI.

Da tempo aspettavamo il Memorial day per andare a visitare il Giant Sequoia Park.Avevamo pensato a tutto: portata la macchina a revisionare da cima a fondo(spesi piu' di 200 dollari), prenotato in anticipo un romantico e un pochino lussuoso B&B immerso nella natura(spesi piu' di 200 dollari) e risparmiato energie per trascorrere al meglio i nostri primi tre giorni romantici da quando siamo qui.
Non ci possiamo permettere grandi spostamenti soprattutto a causa del lavoro di Roberto che lo tiene impegnato per tutta la settimana e spesso il sabato pomeriggio e la domenica li prendiamo di relax o andiamo a fare la spesa.
Insomma, il memorial day ci ha dato l'occasione giusta per visitare queste bellissime zone di montagna a 5 o 6 ore di macchina da Davis.
Avevo cucinato una pasta fredda e preparato un paio di panini con il
prosciutto e brie!
Eh si, finalmente abbiamo trovato il prosciutto crudo e quindi siamo felici di averlo potuto reinserire nella nostra dieta. Avevamo anche una bottiglia di vino italiano e una tanica d'acqua( perche' qui non e' che trovi le bottiglie...devi comprare le taniche da 4 litri)

Siamo partiti al mattino presto, per evitare l'immaginabile traffico del lungo weekend. Dopo un'oretta ci siamo fermati per andare al bagno, scegliendo una stazione di servizio lungo la freeway.
Fantasticavamo sulle ore piacevoli da trascorrere e sul fatto che finalmente avevamo abbandonato le nostre postazioni al computer senza sentirne la mancanza.
Siamo arrivati a ripartire, Roberto aveva un bicchierone di caffe' con la cannuccia, da sorseggiarsi durante il viaggio in stile driver americano .
Click.
E' tutto il rumore che abbiamo sentito quando ha girato la chiave per l'accensione.
Panico.
Riprova.
Click.
(sempre click per tutte le volte che ritenta di accendere il motore, il pensiero si rivolge subito alle piu' di 200 carte spese dal meccanico raccomandandoci di assicurarci totale sicurezza per la strada).
Sale il panico in macchina, Roberto trema, io picchio la fronte sulle ginocchia e resto coi capelli a coprirmi tutta, mentre con una mano gli afferro il braccio e gli dico: STAI CALMO.
Ok, dove eravamo?
BOH?
Stazione di servizio..meglio che niente, si pensa di chiedere aiuto al tipo alla cassa dell'immancabile
store che c'e'ad ogni pompa di benzina.Il tipo ci snobba.Risponde NO a tutte le richieste, tranne quando gli chiediamo almeno di dirci dove cazzo eravamo finiti.
Poco dopo la partenza, ci avevano sorvolati un gruppo di falchi. Ho pensato a loro e al mio amico Razzo Blazzo, una specie di preghiera e poi sono partita all'attacco di ogni persona nella speranza di trovarne una disposta a darci una mano. Tutti armeggiavano alla solita identica maniera dentro il cofano e dicevano: " TI E' MORTA LA BATTERIA..I'M SORRY".
E se ne andavano.
Tutti, tranne uno. Mi si avvicina un uomo tra i 50 e i 60 anni, in ciabatte, pantaloni rotti e sporchi, capelli e pelle da senzatetto e mani con le unghie sporchissime.
Mi guarda, lo guardo e ci capiamo agli sguardi. Sorrido, mi chiede se mi serve aiuto.Io dico un si supplichevole, anche se mi aspettavo ben poco da uno che sembrava Charles Bukowsky, ma lo lascio provare, convinta che mi dicesse le solite cose degli altri..
Infatti dice le stesse cose, ma non armeggia con sufficienza, tira fuori dalla sua macchina/rottame un cencio e chiede le pinze per caricare la batteria, collega nero con nero , rosso con rosso e prova a caricarci l'ormai senza speranza batteria.
Niente da fare , ma ci dice: "risolviamo!"
Ci fa salire nella sua macchina/pollaio scoppiettante e ci porta in un posto sperduto in campagna.
Vedo subito due cavalli, uno marrone e uno bianco, penso ai falchi, a Razzo Blazzo, ai nativi e comincio a sperare che qualcosa di positivo succedera'.
Per prima cosa ci mostra le sue bambine, cioe' una cucciolata di pulcini in mezzo alle sue galline e mi mette due pulcini in mano , sorridendo come si fa con le bambine piccole .
Infatti mi sento subito in un bel posto, anche se e' tutto sporco e puzzolente.Ci saranno stati 15 Camion e iniziamo a pensare che questo qui e' un meccanico(che culo, si pensa).
Ci porta in un magazzino incasinato e mi chiede veloce come se lo facesse tutti i giorni: trovami il numero 8, 9, 7 e mi indica un cassetto pieno di chiavi inglesi..
Incredula mi metto a rufolare in cerca dei numeri che mi ha chiesto, mentre lui non batte ciglio, continua a dire : mi serve questo e quello, vai li, piglia questo, piglia questo.
Io mi scordo i numeri che dovevo cercargli , ridomando a Roberto ...insomma, trovo solo l'otto e un altro numero che non mi ricordo, il "pazzo" parla da solo e continua sicuro di se: vai la' dietro e prendi un cocomero.
UN COCOMERO? oddio, mi immagino lui che armeggia alla nostra macchina mentre mangia il cocomero..no, non avevo tempo di immaginare, lui si era gia' avviato alla macchina.
Butto tutto nel cassone dietro del catorcio con cui va in giro, lui intanto prende un'altra batteria di macchina(estraendola da una macchina mescolata con i camion) e si riparte in direzione stazione di servizio.
Per strada noto la sua collana di corda con un'immaginetta della Madonna..Lui inizia a raccontare che era un alcolista, ma ora ha smesso di bere perche' un giorno una donna ubriaca ha avuto un incidente e i due figli di lei sono morti, avevano 8 anni e 5 e uno dei due e' spirato tra le mani di quest'uomo mentre cercava di salvarli.
Poi ha cominciato a raccontarci che lui ha 13 figli, avuti con 13 donne, 4 figli li ha avuti nello stesso anno con 4 donne diverse..che non tiene soldi per se stesso perche' li da tutti ai figli, ma che lui deve solo seguire gli ordini di Dio..e parla delle connessioni tra Dio e lui, del fatto che quella mattina stava andando da un'altra parte e che per qualche ragione misteriosa ha cambiato strada, che Dio gli ha detto di venire dove eravamo noi..Insomma..Questa persona si chiama Carlos Toro(Toro e' il soprannome, il perche' lo si intuisce), ci ha letteralmente salvati, ci ha portati in un paese vicino a comprare una batteria nuova e quel cocomero era per noi, un suo regalo.
" Io voglio solo sentirmi dire per favore e grazie, tutto il resto e' solo fare cio' che Dio mi dice di fare.Faccio le cose giuste, quelle che devono essere fatte".
Gli abbiamo dato 60 dollari che avevamo contanti, ma avrebbe meritato una miniera d'oro.Il suo aiuto non ha prezzo e non lo avra' mai.
Mettetela come vi pare, ma questo ha sentito che chiedevo aiuto.Poi che lui creda alla Madonna e io ai falchi, sta di fatto che l'Universo ci ha connessi.E che io sono allibita.
SEQUOIE
Un posto veramente bellissimo il cottage Bed and Breakfast in cui passeremo la notte.Un arredamento curato nei minimi dettagli, tutto in legno che appena arriviamo ci avvolge di suoni melodici prodotti dal vento che muoveva le campane zen appese tutto intorno..un sogno vero e proprio.
La montagna ci abbracciava e sulla vetta si vedeva neve e punte di alberi altissimi.Le sequoie secolari, che in origine erano curate dai nativi della tribu' dei Monachi, di cui ora non v'e' piu' traccia, nemmeno nella MEMORIA..il giorno della memoria e non trovare memoria di quelle tribu', tranne che se proprio le andavi a cercare..
Comunque, questi luoghi incantati sono lasciati piu' o meno incontaminati, gli animali ci vivono selvatici, sembra esserci un grande rispetto di convivenza tra animali, alberi ed uomo.
L'uomo si prende cura del parco delle sequoie giganti e cerca di proteggere l'uomo turista deficiente dagli orsi selvatici e per evitare il peggio ha creato percorsi all'interno di alcune parti della montagna, dove si possono vedere le sequoie turistiche.
Nessuno comunque impedisce di addentrarsi nella foresta, fermo restando che ognuno e' responsabile delle proprie azioni.Nonostante le raccomandazioni sul non lasciare alcun cibo in macchina, perche' gli orsi non scherzano e ti spaccano tutto, abbiamo visto una macchina coi vetri sfondati e poco lontano un orso tutto felice che mangiava qualcosa..
L'uomo turista e' deficiente sempre e comunque e mi stupisco che gli diano il permesso di vagare per la foresta.
Mentre scattavo le mie 500 fotografie a TUTTO(perche' dovunque ti giravi c'era qualcosa di grandioso), mi sono ritrovata anche io vicina ad un orso.
L'emozione mi ha pervasa incantandomi.Una creatura bellissima, tutt'altro che con aria aggressiva, ma ci sentivamo l'un l'altra; il concetto e': non sono l'orso Teddy, quindi stai nel tuo che io sto nel mio.
L'ho sentito bene che mi ha detto cosi', ma era bellissimo ed io avevo la bocca spalancata per la meraviglia.Gli ho fatto qualche foto sentendomi fortunata e piena di riconoscenza per questo bellissimo incontro.
Altrettanto e' successo con un daino e con uno scoiattolo della foresta.
Per non parlare di quando siamo saliti sul Moro Rock .Paura di cadere e voglia di arrivare incima mi facevano andare l'adrenalina fino nei capelli.
Arrivati sulla vetta mi sono guardata intorno.
Il mondo dei nativi americani era tutto li.Loro non c'erano piu', sotterrati come le radici enormi e fragili delle Sequoie loro amiche, le sequoie che loro conoscevano bene e che ora fanno fatica a crescere e riprodursi.
Non e' possibile, adesso l'uomo e' un cancro, ma un tempo era un parassita buono e viveva in simbiosi..
Sparse per la foresta ci sono ancora le punte di frecce in ossidiana e l'unica cosa che si sa e' che e' vietato portarle via, qualora se ne trovi una.
Io non le ho trovate, ma non essendo turista, comunque le avrei lasciate li, in memoria di una memoria che si e' perduta.
Le cascate, i fiumi, i piccoli laghetti, i picccoli torrenti , dove un tempo si costruivano piccoli villaggi di Teepee e si sapeva(senza che nessuno lo avesse insegnato) , che alle sequoie serve il Fuoco per ricenerarsi.
Il ranger che guidava un gruppo di turisti in uno dei percorsi ha detto: le sequoie hanno necessita' di fuoco perche' solo cosi' si rigenerano , CE LO HANNO INSEGNATO GLI INDIANI.
Per me era una fucilata dietro l'altra, il nodo in gola non mi ha mai lasciata, anche per la meraviglia che mi si e' aperta intorno..Ero cosi' piccina accanto alle sequoie che accarezzavo..
In questo fine settimana ho accarezzato spiriti di piu' di 3000 anni..


DEMONI

Lunedi' eravamo stanchi , ma felicissimi. La colazione al B&B era stata enorme ed a base di uova(frittata, crepes, tortino salato..) come tutte le mattine ed eravamo al sicuro per un bel po' di ore a livello di fame.
Ancora una parte del parco e poi il King canyon attraversato per tornare sulla strada del ritorno, ci aspettavano.
La padrona del B&B e' una donna gentilissima e grassa, moglie di un uomo con la camicia coloratissima e aperta sul petto che lavora per la Disney.
Possono sembrare personaggi di un film della Walt in effetti, ma piu' di loro la casa sembra essere un magazzino di un set cinematografico, da tante cose ci sono.
I signori non possiedono solo quel cottage bellissimo.Hanno altre case che affittano in un numero non specificato.
Dormire da loro costa 180 dollari o 160(dipende dalla stanza). Solo nel cottage hanno due camere , se vi fate due conti, solo con il B&B arrivate a capire quanti soldi possono avere, poi aggiungiamoci il resto.
Carlos Toro, padre di 13 figli avuti con 13 donne diverse, ha smesso di bere, ma l'aspetto trasandato dell'alcolista gli e' rimasto tutto.
La signora e il signor Disney vivono con i colibri' che bevono nelle loro ciottoline.
Vedete la differenza , vero?
La signorona ha dei gattini piccolini e tenerissimi che lascia gironzolare per casa.
Abbiamo chiuso la valigia e abbiamo cominciato a caricare le nostre cose in macchina.
Io ho fatto l'ultima sosta in bagno e Roberto faceva avanti e indietro dalla macchina alla stanza.
E' stato in quel momento che ho sentito il grido forte di un gatto.
Roberto non l'ha visto e lo ha incidentalmente pestato con il suo piedino fatato.
Il gattino zoppicava, io piangevo e nel trambusto del momento abbiamo ben pensato di avanzare l'educata proposta di contribuire alle spese veterinarie.
Siamo ripartiti, lasciandoci il B&B alle spalle, che diventava sempre piu' piccolo mentre la montagna di nuovo si apriva.
Dopo aver goduto delle ultime meraviglie , con i muscoli delle gambe dolenti, ci siamo riaffidati alla macchina per le altre 5/6 ore di viaggio verso Davis.
Giunti nell'appartamento abbiamo ricevuto la telefonata della signora Disney che ci informava che al gattino era stato messo un tutore , ma che sarebbe stato come prima in una settimana.
Roberto ha trattato velocemente la telefonata, ma poi, ricordando della proposta fatta a voce, ci siamo sentiti di mandare una mail sempre per educazione, dicendo che eravamo contenti che il gatto stesse bene e domandavamo se avesse speso qualcosa.
La signora Disney produttrice diretta di soldi ci ha comunicato due cose: la prima era il conto veterinario di 310 dollari, la seconda il conto corrente dove mandarle il nostro contributo.
La signora ha bisogno dei nostri soldi perche' e' una drogata di denaro, Carlos Toro sorride con la sua madonnina al collo mentre ci aggiusta la macchina e ci augura le migliori cose, ci insegna che due sono le parole importanti nella vita: PER PIACERE E GRAZIE.
E poi ci regala un cocomero...

Tuesday, May 11, 2010

WHOLE EARTH FESTIVAL

Ero ansiosa di partecipare a questa festa, principalmente perche' sapevo di poterci trovare in vendita il flauto dei Nativi Americani. Questo e' il flauto suonato dal Kokopelli che e' lo spirito della fertilita', rappresentato da un danzatore che lo suona. Sappiamo che non si puo' parlare de LA LEGGENDA, come non esiste LA TRIBU' ; per essere corretti bisogna sempre usare plurale poiche' esistono piu' di 500 tribu' ed ognuna ha i propri usi e costumi.Anche il nome KOKOPELLI non e' universale, ma e' quello piu' conosciuto.
Vi spiego di cosa si tratta anche per farvi capire perche' ho desiderato cosi' tanto questo stumento, indipendentemente dal fatto che so suonicchiare il flauto traverso e conosco le note..Per suonare questo flauto di legno non serve avere imparato a leggere il pentagramma, serve solamente avere un
cuore aperto ed una sensibilita' tale da percepire le vibrazioni degli spiriti che danzano, richiamati dai suoi melodici suoni.
Diciamo che talmente si differenziano le credenze in fatto di Kokopelli , che per alcune tribu' questo era uno spirito burlone e per altre era uno spirito buono. E' difficile anche generalizzare su quale sia la storia, ma provero' a farlo rifacendomi alla leggenda Navajo , per i quali questo era il Dio dell'abbondanza e della fertilita'. La pioggia, che e' l'elemento che genera la vita, poteva essere richiamata dal suono di questo flauto e questo spirito , che portava con se dei semi, insegno' alle persone a coltivare.
In alcune leggende il Kokopelli suonava e faceva sciogliere la neve, trasformandola in acqua, il sole usciva con i suoi raggi caldi e tutti gli animali erano richiamati dalle melodie del flauto al punto che si radunavano attorno per sentirne le canzoni.Queste canzoni addolcivano la terra e la preparavano a ricevere i semi.
Devo dire anche che il Kokopelli e' un immagine disegnata sulle rocce di posti molto lontani tra loro, come se fosse un'identita' realmente esistita che ha viaggiato tra i popoli..Un viaggiatore, un mercante o comunque un essere venuto da chissa' dove per portare felicita' a chiunque lo incontrasse...

41esimo FESTIVAL DELLA TERRATutto era gia' allestito e pronto ad iniziare dal Venerdi.Il Campus Universitario di Davis era rapito dal profumo di incenso e dai suoni di tamburi e musiche new age.
Si preparavano gli stands dei venditori intorno al prato verde, lasciato libero per uno spazio molto particolare...Il Sacred Space, che ospitava due grandi Teepee e cerchi di meditazione, dove si sperimentavano diversi modi di lavorare con l'energia dei corpi, in un senso universale di condivisione e nel rispetto pieno di Madre Terra
.

Sulla base dell'affluenza degli anni passati, era previsto l'arrivo nel Campus di piu' di 30,000 persone e nell'aria c'era molto fermento per far si' che l'evento non deludesse nessuno, senza comunque perdere di vista il messaggio fondamentale: la necessita' di ripensare questo mondo e cambiando la mentalita' delle persone che (chi piu' , chi meno) hanno contribuito a disastrarlo.
Negli ultimi anni si e' avuta una totale disconnessione tra il nostro modo di vivere con troppi comfort inquinanti e questo nostro ecosistema ormai ammalato.
L'evento si proponeva di sensibilizzare le persone verso una riconnessione alla naturalita' della vita, spingendole a considerare energie alternative e pulite, adottando anche piccoli accorgimenti quotidiani che possono permettere al singolo individuo di aiutare la societa' intera nella costruzione di un mondo migliore.
Per questo motivo venivano utilizzati piatti e bicchieri in plastica dura, che venivano dati in prestito a chi volesse consumare cibo o bere qualcosa all'interno dell'area e che necessariamente dovevano essere riconsegnati per il lavaggio e il riutilizzo.

L'evento era alcool free, cioe' era vietato l'accesso a qualsiasi sostanza alcolica, con un rinforzo di questo divieto anche a seguito degli arresti avvenuti in numero massiccio durante il precedente Pic nic Day.
A questo proposito c'erano degli studenti volontari che si occupavano di controllare che nessuno violasse questo importante precetto.
Nel giornale di Davis del giovedi' veniva consigliato ai partecipanti di portarsi da casa acqua in bottiglie che potevano essere riempite gratuitamente, dato che anche le varie cocacola o simili non erano reperibili nel Campus per tutti e tre i giorni del Festival.
Il grande successo che questo evento ha avuto mi ha subito fatt
o pensare che un altro modo di comportarsi e di approcciarsi alle feste sia piu' che possibile e che non e' assolutamente necessario ubriacarsi per sentirsi fuori di se.
Non a caso appena entravi nel campus i profumi ed i suoni di Djambe' ti coninvolgevano al punto da farti sentire libero di esprimerti in danze o comunque di autorizzarti a provare sensazioni di leggerezza e condivisione.Un'unitarieta' tangibile, entro la quale tutte le persone potevano sentirsi parte fondamentale.
Anziani, giovani, bambini..Tutti insieme nello stesso momento e nello stesso luogo , vestiti ed agghindati con colori accesi , vistose collane, piedi nudi, disegni di farfalle sul volto, corone di foglie e di fiori sul capo..
Mi sentivo come a cavallo tra gli anni 60 e 70 all'epoca dei figli dei fiori ed infatti molti cosi detti " fricchettoni" stavano riuniti la' con i lor
o camper e le loro scritte " PEACE" dei colori dell'arcobaleno.
Che dirvi di piu'? Che e' un evento di tre giorni che ti resta dentro sempre,
perche' tende ad insegnare qualcosa a tutti..Forse se tutti facessimo un passo indietro, rinunciando a qualche comodita' di troppo, tornando ad essere un po' selvaggi, potremmo regalare all'intero pianeta un po' di vita in piu'..E a noi stessi un po' di leggerezza nel vivere che curerebbe tanti disturbi di ansia che ci distruggono lentamente la vita senza che ce ne rendiamo conto..
Un modo naturale di vivere, non solo e' possibile, ma e' veramente diventato necessario se si pensa di vedere un futuro innanzi a noi....Fate una Whole Earth Festival anche in italia, nei vostri paesi, proponete alle vostre amministrazioni comunali un evento del genere e non curatevi del fatto che vi penseranno PAZZI..
La pazzia e' quella della caoticita' con cui ci siamo tutti intossicati.
Sensibilizzatevi e sensibilizzate il prossimo..Niente e' impossi
bile se si comincia a capire che siamo parte di un ecosistema.